Il
pericoloso materiale, di cui ultimamente si parla molto, è spesso
presente anche in albergo
L'amianto
nelle strutture ricettive
Tutte
le regole per un corretto smaltimento del minerale
Si
parla spesso della pericolosità dell'amianto e regolarmente pervengono
notizie di situazioni estreme nelle strutture turistiche, sino ad ordinanze
di abbattimento. Ma nella realtà quanto conosciamo dell'amianto,
da dove deriva la sua pericolosità e qual è la responsabilità
del titolare delle attività? Per dare una risposta a questi interrogativi,
pubblichiamo il seguente articolo. L'amianto, nome commerciale di un minerale
con struttura finemente fibrosa denominato asbesto (dal greco asbestos
= indistruttibile) è conosciuto fin dall'antichità, ma ha
trovato rilevanti applicazioni industrtiali nel XX secolo. Si conoscono
ben tremila prodotti che lo contengono, in quanto le particolari e molteplici
proprietà, unite al basso costo, ne hanno fato uno dei minerali
più versatili con notevoli vantaggi tecnici ed economici.
* resistenza agli acidi ed alle basi
* proprietà meccaniche che ne permettono la tessitura
* igroporosità; ü resistenza al fuoco (punto di fusione 1400
I1500 °C)
* fonoassorbenza
* scarsa trasmissione del calore. Sono le specificità di rilievo
*L'amianto è stato usato sia nel campo civile che industriale :
ü in edilizia (lastre, tegole, piastrelle, spruzzato su soffitti
e pareti, tubi in cemento-amianto, ecc.);
* nei mezzi di trasporto (freni, frizioni, schermi parafiamme, guarnizioni
ecc.);
* come isolante termico, nell'industriale elettrica, in siderurgia, nelle
ferrovie e nelle navi, nelle costruzioni di forni e caldaie, in indumenti
antincendio, ecc.
Prima della sua messa al bando, la produzione mondiale di amianto si aggirava
intorno ai 5 milioni di tonnellate annue e tra i 6 tipi di amianto il
crisotilo, della famiglia del serpentino, è il più diffuso
nell'applicazione (94%). Su suppone che la maggior parte (85-90%) dell'amianto
sia stato impiegato con materiali leganti (cemento, smalti, resine, filtri
e cartone pressato) che dovrebbero renderlo meno disgregabile, come rinforzante.
Pur tuttavia anche questi prodotti vanno incontro, seppure lentamente,
all'invecchiamento e successiva disregazione in sottilissime fibre (diametro
inferiore a 3 u ). Inoltre l'amianto in quantità pari all'8 I15%
del consumo annuo, è stato utilizzato per applicazioni a spruzzo,
un metodo che produce miscele più facilmente disgregabili. L'esposizione
professionale a fibre di amianto è associata ad effetti irreversibili
sulla salute che si manifestano a carico dell'apparato respiratorio e
delle membrane sierose, principalmente la pleura. Tali effetti si riassumono
in due quadri clinici : l'asbestosi ed il cancro polmonare e pleurico.
All'esposizione professionale ad amianto è stata associata anche
l'insorgenza di altre neoplasie maligne, quali carcinomi del laringe e
dell'apparato digerente. I dati disponibili a tutt'oggi non sono peraltro
sufficienti a confermare con certezza una positiva associazione tra amianto
e queste neoplasie.
Le osservazioni clinico-epidemiologiche sopra descritte derivano dalla
medicina del lavoro, cioè si riferiscono a soggetti con esposizione
professionale diretta alle fibre di amianto. La popolazione a rischio
non include però solo le persone con esposizione professionale
diretta, ma anche coloro che sono esposti in via indiretta e la popolazione
in generale, in quanto residente o frequentatrice di ambienti ove è
presente l'amianto. La definizione della relazione tra bassi livelli di
esposizione ad amianto e patologie neoplasiche rimane incerta e di difficile
valutazione. Infatti la lunghezza del periodo di latenza, la mancanza
di dati quantitativi relativi all'esposizione pregressa ed il concorso
di altri fattori potenzialmente cancerogeni rendono difficile la quantificazione
del rischio negli studi epidemiologici retrospettivi. In definitiva l'amianto
è senz'altro cancerogeno e la sua ubiquitarietà lo rende
estremamente pericoloso. Non è questa la sede per illustrare l'evoluzione
del quadro normativo, preme però evidenziare, perché basilari
due norme : D.Lgs 15Agosto 1991, n° 277 per la protezione dei lavoratori
esposti ad amianto (allo stato attuale sono solo i bonificatori); Legge
27 Marzo 1992 n° 257 che detta norme relative alla cessazione dell'impiego
dell'amianto (allo stato attuale l'amianto non può essere scavato,
importato, esportato, utilizzato, commercializzato) Orbene nelle strutture
alberghiere, specie quelle risalenti agli anni '50, periodo in cui massimo
era l'impiego dell'amianto, tanto che due circolari del Ministero degli
Interni (a cui fa riferimento il corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco)
imponevano la protezione al fuoco degli edifici pubblici con l'applicazione
di amianto spruzzato, l'amianto può essere presente, anche massicciamente,
in luoghi diversi :
* amianto spruzzato sulla struttura in ferro (travi, pilastri, lamiera
grecata) dell'edificio
* amianto spruzzato sulla struttura in ferro delle scale e altresì
sui telai della facciata continua
* sulle pareti del vano ascensore ed altresì nel sistema frenante
dell'ascensore
* nella centrale termica come materiale coibente della caldaia e delle
tubazioni
* come cemento amianto in lastre e tubazioni
* nelle porte tagliafuoco
* in pannelli di protezione di apparecchiature elettriche
* nella struttura della piscina coperta come materiale fonoassorbente
ed igroscopico
* nell'autorimessa cemento a spruzzo.
La
pericolosità dell'esistenza dell'amianto nei suddetti siti dipende,
naturalmente da molteplici fattori, tra i quali preme evidenziare :
* eventuale confinamento
* accessibilità
* necessità di intervento per manutenzione ordinaria e/o straordinaria
* possibilità di urti
La
già citata legge sulla dismissione dell'uso dell'amianto imponeva
all'art. 12 l'obbligo per i proprietari degli immobili di censire la presenza
dell'amianto con comunicazione alla competente A.S.L. Inoltre il D.M.
76 Settembre 1994 al punto 4 - Programma di controllo dei materiali di
amianto in sede - procedure per le attività di custodia e di manutenzione
- impone al proprietario dell'immobile e/o al responsabile dell'attività
che vi si svolge di :
* designare una figura responsabile con compiti di controllo e coordinamento
di tutte le attività manutentive che possono interessare i materiali
di amianto
* tenere una idonea documentazione da cui risulti l'ubicazione dei materiali
contenenti amianto, con obbligo di evidenziazione delle strutture soggette
a frequenti interventi manutentivi
* predisporre una specifica procedura autorizzativa per le attività
di manutenzione, con obbligo di documentazione verificabile per gli interventi
effettuati
* informare gli occupanti dell'edificio sulla presenza di amianto, sui
rischi potenziali e nel comportamento da adottare
* far ispezionare da competenti l'edificio almeno una volta l'anno in
caso di presenza di amianto floccato, redigendo una relazione scritta
con documentazione fotografica, e comunicarla alla A.S.L.
Da quanto sopra emerge chiaramente che i "RESPONSABILI" delle
strutture alberghiere hanno obblighi ben definiti dalle norme vigenti,
con conseguenze invero rilevanti in caso di inadempienza. Nel caso in
cui dalle suddette inadempienze dovessero scaturire esposizioni inalatorie
e fibre di amianto aerodisperse e/o malattie professionali, tali conseguenze
assumerebbero notevole rilevanza penale.
dr arch. Vittorio Pedrotti e dr ing. Federico Bergamo
con la consulenza del dr Adriano Bertagna
pubblicato
su Job in Tourism del 16 febbraio 2001
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